Colecisti alitiasica: cause, sintomi e terapia

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La colecisti alitiasica è un’acuta infiammazione della cistifellea che si realizza in assenza di calcoli biliari e deriva da condizioni cliniche diverse.

Cause e sintomi

Le condizioni cliniche che possono portare all’infiammazione della cistifellea con conseguente distensione dell’organo per via della concentrazione dei sali biliari sono:
1. ischemia della colecisti;
2. stasi biliare;
3. atonia della parete colicistica;
4. proliferazione batterica;
5. diabete mellito;
6. malattie infettive;
7. interventi chirurgici di rilevo;
8. digiuno prolungato;
9. traumi addominali;
10. gravi ustioni;
11. lupus eritematoso;
12. sindromi da immunodeficienza.
Il sintomo prevalente di questa patologia è un forte dolore associato alla parte superiore destra dell’addome. Rispetto alla colica biliare, che presenta lo stesso sintomo, nella colecisti alitiasica il dolore è prolungato, molto grave e tende a intensificarsi quando viene esercitata una pressione sulla parte interessata e quando si compiono respiri profondi.
In alcuni casi si assiste anche alla presenza di stati febbrili, vomito, nausea, mancanza di appetito, brividi e indurimento dell’addome.

Diagnosi

Per evidenziare la presenza di un’infiammazione della cistifellea occorre eseguire degli esami specifici quando, dopo la palpazione dell’addome da parte del dottore, il paziente rivela una massa nel quadrante superiore o una brusca interruzione dopo una inspirazione profonda.
Gli esami del sangue non riescono a dare indicazioni specifiche ma possono essere utili per evidenziare alcune alterazioni dei valori che sono sintomatiche di infiammazioni. In caso di colecistite alitiasica, infatti, si può osservare un aumento della bilirubina, del fibrinogeno, della gamma glutamil transferasi, della lipasi o amilasi e un’alterazione dei valori dei globuli bianchi.
All’esame ecografico si può osservare che le pareti della cistifellea del paziente risultano ispessite ed è possibile individuare la presenza di liquidi intorno all’organo.
Oltre all’ecografia addominale può essere utile effettuare delle indagini radiologiche più specifiche come una TC addominale, una risonanza magnetica e una colescintigrafia.

Terapia

Se non vengono effettuati degli esami immediati e intrapresa la giusta terapia, la colecistite alitiasica può comportare una necrosi dei tessuti della cistifellea e, in alcuni casi, la cancrena dell’organo. La perforazione della cistifellea, inoltre, può comportare il rischio di peritonite, ossia di una diffusione dell’infezione nell’addome, sepsi, formazione di ascessi, pancreatite, ossia infiammazione del pancreas e shock.
In linea generale, il paziente soggetto a questa patologia, viene ricoverato in ospedale in attesa di eseguire un intervento di colecistectomia che prevede l’asportazione della cistifellea in assenza della quale si può condurre comunque una vita normale poiché l’organo non è vitale.
L’intervento chirurgico è l’unica soluzione possibile per la cura della colecistite alitiasica perché scongiura il rischio che le infezioni della cistifellea si ripercuotano sul quadro clinico del paziente.
Prima dell’intervento è necessario che il paziente rimanga a digiuno e, all’occorrenza, possono essere impiegati antibiotici, antispastici, epatoprotettori e analgesici per migliorare il quadro clinico prima della colecistectomia.
L’operazione chirurgica avviene mediante piccole incisioni che permettono il passaggio di una videocamera, il laparoscopio, che serve per permettere al chirurgo di isolare l’organo della colecisti e effettuare la legatura dell’arteria e del dotto cistico.
L’intervento ha una durata di circa 40 – 60 minuti e prevede un periodo di ricovero breve. In linea generale, infatti, la mattina successiva all’operazione il paziente può essere dimesso una volta rimosso il drenaggio.
Dopo l’asportazione della cistifellea è bene osservare un regime alimentare privo di grassi per almeno tre settimane passate le quali è comunque consigliabile cibarsi con piatti leggeri.

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